Sono buone le progressioni dell’indice di fiducia dei consumatori, così come viene periodicamente rilevata dal Conference Board. Stando all’ultimo aggiornamento, il dato del mese di marzo è stato in grado di balzare a 125,6 punti contro i precedenti 116,1 punti, già rivisto al rialzo da 114,8 punti, e toccando così il massimo livello da dicembre 2000 a questa parte.
Peraltro, ad essere in forte rialzo sono anche i dati relativi all’indice delle condizioni correnti, con un valore che passa a 143,1 punti contro precedenti 134,4 punti, e quello delle aspettative, che passa a 113,8 punti contro i precedenti 103,9 punti. Il forte aumento della fiducia è stato spinto soprattutto da un ulteriore netto miglioramento della valutazione del mercato del lavoro: il differenziale jobs plentiful-jobs hard to get sale a 12,2 punti contro precedente dato di 7 punti, e tocca così il massimo da agosto 2001.
Tra gli altri elementi su cui vale la pena cercare di porre una breve valutazioni, ricordiamo il trend assunto dalle aspettative di inflazione a 1 anno, che calano a 4,6 per cento da 4,8 per cento, e forniscono così un segnale analogo a quello già visto in relazione all’andamento dell’indagine dell’University of Michigan.
Infine, annotiamo come il forte rialzo della fiducia a marzo sia un altro dato in linea con il trend del primo quarto: le indagini si sono fatte sempre più positive, con costanti sorprese verso l’alto, a fronte di dati di attività molto più moderati e coerenti con il proseguimento di una crescita mediamente intorno al 2 per cento. Le informazioni relative alle componenti del PIL del primo quarto segnalano una variazione modesta a inizio anno, seguita da una probabile riaccelerazione, che dovrebbe comunque lasciare la crescita media intorno al 2 per cento.