Come molte altre società operanti nello stesso settore petrolifero, anche Exxon Mobil ha dovuto presentare ai propri azionisti dei conti in calo, e ben al di sotto delle attese che erano state formulate dagli analisti nelle settimane precedenti alla pubblicazione delle trimestrali.
Di fatti, il gruppo petrolifero statunitense, uno dei leader del settore, ha ammesso di aver registrato nel corso del secondo trimestre un deciso calo degli utili, disattendendo così le stime di consenso degli analisti americani. In maniera più dettagliata, il risultato per azione, al netto delle componenti straordinarie, è calato su base annua del 59 per cento fino a toccare quota 0,41 dollari, per un livello che è pertanto inferiore ai 0,64 dollari per azione che era stato indicato dagli analisti di mercato.
Stessa delusione è stata abbondantemente (mal) digerita per quanto concerne la parte alta del conto economico di periodo, con un fatturato che è sceso a 57,7 miliardi di dollari, dai 74,1 miliardi di dollari dell’analogo periodo del precedente esercizio, contro i 60,23 miliardi di dollari che erano invece stati indicati dagli analisti. I risultati hanno risentito, inevitabilmente, dei bassi prezzi delle materie prime oltre a un debole andamento dei margini di raffinazione, compensati solo in parte dal positivo andamento del segmento chimico.
Per quanto concerne le attività di servizio, Exxon Mobil comunica che la produzione di idrocarburi è calata dello 0,6 per cento a 3,9 milioni di barili al giorno.
Rimane ora da comprendere in che modo potrà essere invertita la rotta per i prossimi mesi, che traghetteranno la compagnia verso un 2016 più o meno negativo…