Le opzioni binarie sono nate solo di recente ed il trading automatico o algoritmico risale a molto tempo addietro.
Le critiche al trading automatico di opzioni binarie, riguardanti l’effetto-contagio sui prezzi e sui volumi (e quindi sui prezzi) da parte dell’accodamento generalizzato ai segnali, concernono la borsa tradizionale, quella dove chi domanda e chi offre incidono sul prezzo finale.
Obiettivamente, con le opzioni binarie sia i rialzisti che i ribassisti non possono avere alcun effetto sui prezzi. Rappresentano un angolino esterno al mercato ed i prezzi provengono dal mercato, senza nulla tangere e cercando di fare delle previsioni. Ecco perché da certi versi, e malgrado la regolamentazione che ne ha sancito una maggiore sicurezza, il settore delle opzioni binarie viene ancora definito, teoricamente, un mercato “sottobanco”.
Il fatto che nessuno possa incidere sui prezzi che sono determinati dall’incontro della domanda e dell’offerta sul mercato è un dettaglio essenziale che rivaluta il ruolo del trading automatico o algoritmico.
Chiaramente, dobbiamo evitare quanto più possiamo di fidarci ciecamente del trading automatico, dato che le opzioni binarie richiedono comunque una certa capacità di studio e discernimento del mercato e non sono, come alcuni dicono, una scommessa o un azzardo.
Il rischio è predeterminato ed il bello è che già sappiamo quanto possiamo al massimo perdere nel caso ma ciò nulla toglie che dobbiamo sempre adottare un certa logica ed un certo criterio nell’investimento binario.
Il trading automatico con le opzioni binarie è diventato ancora più semplice ed intuitivo, dato che per le binarie, due sono le scelte da farsi (o i prezzi sono al rialzo, o i prezzi sono al ribasso; o call o put;). Quindi, bisogna scegliere tra due sole alternative e non più di due.
I programmi utilizzati, allora, carpiscono le informazioni di mercato e danno, in automatico, gli output segnaletici, attraverso un’informazione che difetta di una sola cosa: il giusto tempo di ingresso nel mercato che dovremo imparare a “dosare” noi sulla base della dinamica che abbiamo di fronte, senza subito partire all’assalto.
Gli algoritmi per il trading automatico con le opzioni binarie non sono sempre gli stessi, al punto che si potrebbe ricorrere a vari metodi, appositamente ingegnerizzati e registrati con copyright e messi in commercio, che ricorrono agli approcci più usuali o a quelli adottati dai più famosi trader.
Cosa fa il trading automatico o algoritmico? Semplicemente, esegue, rilasciando l’informazione finale che possiamo seguire o meno. E’ presente in alcuni programmi anche la possibilità di lasciar fare automaticamente al programma che così apre in automatico le posizioni dei trade che vengono chiuse alla scadenza seguendoli, nelle fasi di rialzo e di ribasso, a livello intra-day.
Con il trading automatico non si fanno miracoli ma si facilita il lavoro di molti traders che vogliono avere sotto mano una selezione dei trend più decisi e direzionali, in modo da condurre veloci approfondimenti.
Un consiglio è di tenere aperti simultaneamente sia le evidenze dei segnali di trading e sia il software di analisi tecnica, magari rielaborando volta per volta un Macd, sulla base delle ultime informazioni, in modo da capire se il segnale sia affidabile o meno.
Nessuno ha inventato il trading automatico: esso nasce grazie all’evoluzione dei processi informatici che inevitabilmente ha finito con l’interessare anche il mondo della borsa che, prima di internet, si basava su modalità di ordine telefoniche e non richiedeva l’utilizzo tassativo di un computer. L’informatica e la possibilità di automatizzare alcuni processi cognitivi (il programma esegue, noi pensiamo e traduciamo il nostro modus operandi al programma) hanno aperto uno spiraglio per il trading automatico che non poteva non avere successo con le opzioni binarie.