Negli Stati Uniti gli ultimi dati statistici ci informano che la spesa personale nel mese di marzo è rimasta invariata, ma è aumentata in termini reali di 0,3 punti percentuali su base mensile, dando così delle indicazioni evidentemente ottimistiche per lo sviluppo complessivo dei consumi in primavera, dopo la delusione del primo trimestre (+0,3 per cento t/t su base annua), dovuta alla debolezza di gennaio e febbraio.
Sinteticamente, il reddito personale è in rialzo di 0,2 per cento mese su mese e di 0,5 per cento mese su mese in termini reali. Il tasso di risparmio aumenta a 5,9 per cento da 5,7 per cento. Come atteso i prezzi sono in calo, in linea con le indicazioni del CPI. Il deflatore registra una variazione di -0,2 per cento mese su mese e il core corregge di -0,1 per cento su base mensile (con la variazione annua in rallentamento a 1,6 per cento su base annua da 1,8 per cento su base annua). Il continuo miglioramento del mercato del lavoro dovrebbe mantenere la Federal Reserve sul sentiero di rialzi nonostante la debolezza (probabilmente in gran parte temporanea) dell’inflazione.
Tra gli altri dati statistici di rilievo macro che sono arrivati negli ultimi giorni dagli USA, rileviamo anche che l’andamento della fiducia dei consumatori della University of Michigan ad aprile ha corretto a 97 punti da 98 punti, con condizioni correnti in calo a 112,7 punti da 115,2 punti, e aspettative stabili a 87 punti, ex 86,9 punti. Le aspettative di inflazione sono invariate a 2,5 punti percentuali per quanto attiene l’orizzonte a 12 mesi e a 2,4 per cento su quello a 5-10 anni. Il livello della fiducia è coerente con espansione dei consumi intorno al 3 per cento, conclude infine il comunicato da parte dell’istituto.