Ripple, una delle criptovalute più note e capitalizzate del mondo, ha chiuso il primo trimestre dell’anno con la peggiore performance tra le principali valute digitali al mondo. È pur vero che l’intero settore delle valute digitali ha subito un duro colpo nella prima parte dell’anno, a causa di problemi normativi e di una repressione pubblicitaria esercitata da alcuni big dell’advertising online. Ed è anche vero che la capitalizzazione di mercato totale per le criptovalute è diminuita di oltre il 50 percento da inizio anno.
Tuttavia, appare chiaro che alcune valute abbiano reagito meglio, e che altre invece siano state più gravate. Il valore di Ripple ha ad esempio perso oltre il 74% quest’anno, facendo dunque peggio delle due più grandi valute digitali per capitalizzazione di mercato, Bitcoin ed Ethereum, anch’esse in calo di oltre il 40%.
Naturalmente, quanto sopra è sufficiente a far ben sperare alcuni analisti su una possibile ripartenza dell’asset, che nel 2017 ha guadagnato il 35.000 percento. Dopo aver dato il via all’anno con una quotazione di meno di un centesimo di dollari, il 7 gennaio 2018 ha poi toccato un massimo vicino a $ 3,50, salvo poi ridiscendere nelle settimane successive.
Per quanto concerne l’impennata di inizio anno, molti osservatori ritengono possa essere determinata dalle indiscrezioni sull’apertura delle quotazioni a nuovi exchange. Ricordiamo infatti come Ripple sia quotato in oltre 60 exchange, ma non sia ancora disponibile su Coinbase. E sono proprio le speculazioni su quando potrebbe essere aggiunto a Coinbase ad aver fatto salire i prezzi all’inizio di quest’anno.
Per altri analisti, però, le cause di un simile andamento non sono da ricercarsi solo sulle speculazioni legate all’avvento di Ripple su Coinbase, o meno. Joe DiPasquale, CEO di BitBull Capital, ritiene infatti che a giocare un ruolo negativo siano altri eventi come il fatto che Facebook e Google abbiano represso la pubblicità sulle valute digitali, oltre a “fattori macroeconomici e fattori normativi”.
Oltre a ciò, John Lore, managing partner di Capital Fund Law Group, ha ricordato come “c’è molta trepidazione a breve termine basata sull’incertezza normativa basata sulla SEC, su ciò che l’Unione europea sta facendo e su ciò che i vari regolatori asiatici stanno cercando di ideare”.
In tal senso, trova dunque spiegazione il fatto che Bitcoin – la più nota e importante criptovaluta, e spesso l’asset in grado di orientare l’intero mercato – abbia iniziato a scendere sotto il livello chiave di $ 10.000 all’inizio di marzo, dopo che la Securities and Exchange Commission ha affermato che richiederà agli exchange di registrarsi presso l’agenzia.
Ad ogni modo, nessun timore per la sostenibilità del settore. “Penso che la svendita di quest’anno abbia più a che fare con la preoccupazione a breve termine di qualsiasi avversione generale a lungo termine per il mercato”, ha detto Lore. In tal senso, bene dunque prepararsi per una possibile ripresa, anche sostenuta, delle criptovalute. E, in un simile ambito, proprio Ripple potrebbe svolgere un ruolo di principale protagonista, con ampi margini di recupero…