In un contesto finanziario in cui le operazioni di M&A sembrano essere sempre più frequenti e ricorrenti, si registra anche una separazione – comunque poi non ricca di contraccolpi: quella tra Nestlé e Coca Cola, che hanno scelto di divorziare nel segmento del tè.
Evidentemente, dalle parti di Nestlé hanno ritenuto che il segmento era troppo redditizio per poter tagliare fuori dalla propria produzione il prodotto e, pertanto, a partire dal 2018 le due società cesseranno di collaborare per produrre il tè ready to drink Nestea. Dunque, è in corso di scioglimento la joint venture Bpw (Beverage Partners Worldwide), che nel 2001 fu realizzata proprio per poter favorire le operazioni di produzione e di distribuzione in Canada e in Europa della bevanda fredda pronta da bere.
La società svizzera non ha avuto dubbi: meglio agire da soli, acquisendo una completa autonomia in un settore che sta divenendo sempre più alla moda e che sarebbe evidentemente più profittevole gestire in maniera diversa. Il colosso elvetico ha di fatti precisato, in un comunicato, che “il mercato del tè si è evoluto”, e che dunque è necessario sviluppare in maniera indipendente Nestea.
Ricordiamo che, fino ad oggi, la licenza in favore a Coca Cola permetteva di produrre il tè in diversi Paesi europei (ma non l’Italia!), gli Stati Uniti e il Canada. Nestlé Waters ha invece ora fatto sapere che gestirà la produzione Nestea in tutti i Paesi.
Insomma, un cambiamento probabilmente non epocale, ma sicuramente un segno del tempo che varia, almeno nel settore del tè, un prodotto nel quale l’interesse è sempre stato piuttosto elevato, e che nella versione ready to drink sta conoscendo una giovinezza particolarmente dinamica, in grado di attirare nuovi investimenti degli operatori che da tempo circolano nel comparto.