Secondo quanto afferma una reicerca condotta dagli scienziati del Centre for Research in Envinronmental Epidemiology di Barcellona, i bambini che sono esposti ad elevati livelli di inquinamento andrebbero incontro al c.d. “effetto down”, ovvero a un rallentamento cerebrale che avrebbe dei risultati piuttosto evidenti sul medio lungo termine.
Pare infatti – sostiene la ricerca – che i bambini esposti allo smog emesso dal traffico stradale durante il tragitto verso la propria scuola, farebbero poi più fatica a seguire le lezioni in aula, impieganod più tempo a poter rispondere puntualmente e correttamente alle domande poste e, inoltre, accusando una condizione generale di difficoltà a concentrarsi.
In tal senso, sembra pertanto che lo studio effettuato dai ricercatori spagnoli possa confermare la teoria – già elaborata in diverse altre analisi – che lo smog sia in grado di danneggiare il cervello. Gli studi precedenti, cui si fa riferimento, avevano già imostrato come le sostanze inquinanti siano tossiche per i neuroni e potrebbero facilitare l’insorgere di depressione, di psicosi, di demenze precoci.
Ulteriormente, altri studi hanno sottolineato come l’inquinamento possa nuocere gravemente anche sullo sviluppo del cervello dei neonati, tanto che stando a un’analisi condotta dall’Università di Torino, l’inquinamento sarebbe responsabile addirittura di mutazioni genetiche e alterazioni del DNA umano.
Sono peraltro molto noti e conosciuti gli effetti negativi che sono legati all’inquinamento urbano sulla salute, come ad esempio il deterioramento delle condizioni di chi già soffre di attacchi d’asma. Ulteriormente, emerge come lo smog, che nelle grandi città viene respirato dall’80 per cento della popolazione, sia in grado di danneggiare persino i denti e accelera l’invecchiamento della pelle.