Gli smartphone sono dispositivi sempre più utilizzati. Ormai la funzione che permette di telefonare è solo un corollario, ormai le funzioni usate più spesso riguardano la navigazione in internet, il controllo delle email, la possibilità di effettuare pagamenti. Questa trasformazione nelle funzioni di utilizzo dello smartphone ha portato anche a nuove problematiche riguardanti la sicurezza. Se uso il mio smartphone per pagare le bollette o il conto del supermercato, l’accesso al dispositivo deve essere personalizzato al massimo, evitando così che un eventuale ladruncolo possa utilizzarlo in modo improprio. Per questo motivo stanno nascendo sempre nuovi modi di autenticazione e sblocco delle funzionalità dello smartphone, che fino a qualche tempo fa si fermavano alla scansione delle impronte digitali, presente anche su qualche computer. Apple ha fatto un passo avanti, introducendo il Face ID.
Di cosa si tratta
Come possiamo chiaramente leggere anche sulla https:/www.secondlifephone.it/come-funziona-il-face-id-scopriamolo-insieme/, il face ID di Apple non è altro che un metodo perfetto per consentire l’autenticazione dello smartphone solo da parte del legittimo proprietario. In pratica funziona in questo modo: un dispositivo a raggi infrarossi presente nel telefono effettua una scansione del viso dell’utilizzatore; lo smartphone crea quindi una mappa del viso del proprietario, questo permette di riconoscerlo e consente l’autenticazione. Grazie a questo tipo di feature le applicazioni tramite smartphone si aprono ad un nuovo panorama, entro cui l’identità dell’utilizzatore è certa e verificata caso per caso. In questo modo il ladruncolo non avrà alcun interesse a rubarci l’iPhone, in quanto gli sarà del tutto impossibile cominciare ad utilizzarlo.
L’importanza della precisione
Chiaramente è di fondamentale importanza che Face ID funzioni alla perfezione, evitando di generalizzare. Ad esempio due fratelli che si somigliano molto, madre e figlia, parenti con un viso molto simile tra loro, non dovrebbero poter accedere al medesimo dispositivo. Grazie all’utilizzo degli infrarossi Face ID ha un’elevata precisione, anche in caso di scarsa illuminazione o di situazioni luminose particolari, come ad esempio all’alba o in situazioni di forte luminosità. Visto che questa opzione è appena stata realizzata, esiste la necessitò di avere una certa tolleranza. Il dispositivo potrebbe non riconoscere l’utilizzatore in particolari situazioni. Occorre infatti mantenere quella che, in gergo tecnico, viene oggi indicata come PIE, acronimo che significa Pose, Illumination, Expression. La certezza del riconoscimento si ha con una posa frontale al dispositivo, un’ottima illuminazione e un’espressione neutra. Con una corretta PIE il riconoscimento si ha al 99,9%; tale cifra diminuisce ogni volta in cui si modifica qualche elemento della PIE.