Secondo quanto afferma un’analisi condotta da Cribis D&B, società del gruppo Crif, i fallimenti italiani sono in calo durante la prima parte del 2016. I dati del secondo trimestre dell’anno hanno infatti confermato il buon andamento del primo, garantendo così al nostro sistema una buona inversione di tendenza dopo gli ultimi anni che sono stati caratterizzati da un fortissimo incremento delle chiusure aziendali, che ha toccato il picco storico nel corso del 2014.
Più nel dettaglio, nel secondo trimestre del 2016 in Italia le imprese che hanno condotto i propri libri in tribunale sono state 3.740 unità, con una flessione del 2,5 per cento rispetto a un anno fa, quando invece i fallimenti toccarono quota 3.777 unità. Da inizio anno al 30 giugno, invece, le imprese fallite sono state pari a 7.343 unità, con una media di 58 chiusure al giorno. Rispetto al 2014, già citato come anno di maggiore picco dei fallimenti, il calo è stato del 7,6 per cento.
Le buone notizie della prima metà del 2016 non devono tuttavia lasciar passare in secondo piano quanto molto rimanga da fare per cercare di colmare il gap negativo contro il periodo pre-crisi. Rispetto al 2009, infatti, confrontando i dati odierni con quelli di 7 anni fa, scopriamo come i fallimenti siano in realtà cresciuti del 59,9 per cento…
Stando a quanto affermato dall’amministratore delegato di Cribis D&B, Marco Preti, i dati relativi al secondo trimestre 2016 non fanno altro che confermare le buone impressioni emerse dai primi tre mesi dell’anno, lasciando spazio a un cauto ottimismo: l’anno potrebbe concludersi con un calo ancora più positivo…