Continuano a sommarsi le indiscrezioni sulle novità che dovrebbero riguardare la nuova riforma delle pensioni. Novità che punterebbero ad agevolare la fuoriuscita anticipata di più lavoratori possibile, facendo magari i conti con dei fondi che non sono certamente illimitati.
E così, in tale ambito, negli ultimi giorni pare si sia discusso con particolare impegno della possibilità di introdurre i c.d. “lavoratori precoci”, coloro che hanno iniziato a lavorare tra i 14 e i 18 anni di età, donando loro un bonus contributivo di 4 o 6 mesi l’anno per i primi anni, con l’obiettivo di consentire loro un ritiro anticipato con 41 anni di contributi complessivi. La misura è comunque rivolta ai soli “precoci veri”, con meno di uno o due anni pieni di versamenti negli anni giovanili (altrimenti, è probabile che la platea si allargherebbe in misura considerevole).
Tra le altre ipotesi attualmente allo studio, vi è la ricongiunzione gratuita dei contributi versati in diverse gestioni, e ancora la semplificazione dei requisiti per i lavoratori impiegati in mansioni usuranti (dal 2011 al 2015 sono infatti riusciti a pensionarsi con i requisiti ridotti solo 2 mila lavoratori, sugli 11 mila lavoratori che hanno presentato domanda).
Ulteriormente, si fa avanti un allargamento della no tax area, di cui attualmente possono beneficiare i pensionati sotto i 75 anni, con un reddito inferiore a 7.750 euro, e gli over 75 con assegni annuali che non siano superiori agli 8 mila euro. L’idea è quella di incrementare il tetto per tutti i pensionati – sia over che under 75 – a 8.124 euro, allinenandolo così a quello già previsto per i lavoratori dipendenti.